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Giuseppe Polizzotti Scuderi divide la sua giornata tra la campagna e la farmacia, tra la passione e la finanza, preferendo per sentimento e vocazione la prima. Sono 80 ettari di famiglia da 6 generazioni nelle campagne di Trapani, nel ’95 tutti riconvertiti a vigneti per la maggior parte autoctoni;

Articolo di Gianni Paternò – Italia a Tavola

Giuseppe Polizzotti Scuderi divide la sua giornata tra la campagna e la farmacia, tra la passione e la finanza, preferendo per sentimento e vocazione la prima. Sono 80 ettari di famiglia da 6 generazioni nelle campagne di Trapani, nel ’95 tutti riconvertiti a vigneti per la maggior parte autoctoni; la cantina nasce nel 2000 e nel tempo si è convertita principalmente ai vini monovarietali.  Il Grillo Parlante 2017 Doc Sicilia è intenso ed elegante. Deve il successo al gusto e al nome, mentre il Per Te 2017 Igp Terre Siciliane rappresenta l’essenza più autentica del Perricone.

Un’agricoltura in regime di riduzione di fitofarmaci usati solo se strettamente indispensabili, un’uva da “sporcare il meno possibile” anche se con rame e zolfo, concime col sovescio di favino e attenta potatura verde in genere senza diradamento dei grappoli per portare la vite in equilibrio tra grappoli e apparato fogliare.

Il successo di Fondo Antico è anche merito di Lorenza Scianna, arrivata in azienda nel 2004, enologa che unisce una profonda preparazione alla sensibilità tipicamente femminile, nonché all’intuito di Giuseppe Polizzotti che si fa guidare pur mantenendo le redini di un pensiero volto a rispettare la territorialità e i suoi profumi.

Lorenza vuole ottenere più profumi e più longevità, vinificando spesso in riduzione, usando ghiaccio secco e gas inerti. Usa lieviti selezionati, quelli che però non alterano le originali caratteristiche dell’uva, non aggiungendo alcun sentore, in quanto ancora riescono a dare maggior garanzia nell’ottenere vini buoni anche nelle annate meno favorevoli. La produzione arriva a 400mila bottiglie in 13 etichette su 3 linee. I vigneti sono a quota tra i 50 e i 250 metri.

Degustiamo il vino più noto e più prodotto, con 65mila esemplari: il Grillo Parlante 2017 Doc Sicilia, che deve il suo grande successo oltre che alla sua bontà anche al nome azzeccato; uno dei primi se non il primo Grillo monovitigno in assoluto. Cresce nei vigneti a bassa quota, vinificato in riduzione con lieviti selezionati per dare garanzia dei risultati ma senza alterarne il carattere organolettico; 4 mesi sur lies in acciaio. Nel calice colore giallo paglierino molto scarico, al naso un tripudio di fiori gialli, pesca, frutto della passione, cedro, mandorla; è intenso, franco, pulitissimo, di grande eleganza. Al palato si rivela stupefacente per equilibrio e per la mineralità che sfocia in una salivante bella sapidità, giusta consistenza e un piacevole accenno di amarognolo. Un vino ad ampio spettro capace di accompagnare anche dei carciofi fritti. Allo scaffale lo trovate a 9 euro.

Assaggiamo anche il Per Te 2017 Igp Terre Siciliane Perricone in purezza, vitigno tipico ed autoctono della Sicilia ovest; è vinificato nella maniera più semplice per rispettarlo. Il Perricone in quel territorio difficilmente arriva a maturazione completa per cui si ottiene un grado alcolico di 12,5° che invita a berne qualche calice in più, fa 6 mesi in acciaio e non chiarifica. Nel bicchiere il colore è rubino, esprime sentori di lampone, amarena, prugna in confettura, lieve nota erbacea secca, balsamo, pepe bianco in un coacervo di appaganti emozioni; ancor meglio al palato con innata freschezza senza eccesso di acidità, tannini vellutati, equilibrata struttura, un vino giovanile, snello, moderno, non impegnativo, con un’ottima fragranza, un vino che non vorresti smettere di bere dall’aperitivo alla carne passando anche per pesci con pomodoro ed erbe aromatiche. Sono 6mila bottiglie ad un prezzo di 9 euro.

Due vini dallo strepitoso rapporto qualità/prezzo che non dovrebbero mancare nella cantinetta di un appassionato.

Per informazioni: www.fondoantico.it

L’articolo originale lo trovate su Italia a Tavola scritto da Gianni Paternò